OMELIA 26a Domenica Tempo Ordinario. Anno B

«Giovanni gli disse: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”. 39Ma Gesù disse: “Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40Chi non è contro di noi è per noi. 41Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. 43Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. [44]. 45Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. [46]. 47Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 49Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. 50Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri”». (Mc 9, 38-48)

 

Il Vangelo è sconcertante: la salvezza dipendere dall’aver dato un bicchiere di acqua nel nome di Gesù (v. 41). Come d’altronde nell’aver dato da mangiare a chi è affamato, vestire chi è nudo, ospitare chi è forestiero, visitare chi è ammalato e in carcere, ecc. (cfr. Mt 25, 31ss). Gesti incredibilmente laici. Alla fine non ci si salverà perché cristiani o religiosi, anzi nemmeno perché si crede in un Dio.

 

Ma cosa significa allora, compiere un gesto a favore del bene dell’altro, nel nome di Gesù? (cfr. v.41). Non certamente col nome di Gesù sulle labbra, o usando il nome di Cristo come sponsor di una certa attività caritativa dell’azienda Chiesa. Riguarda semplicemente l’intenzione. Non è secondaria l’intenzione che mettiamo nel compiere le nostre azioni. Ci si può dar da fare ad accogliere orde di profughi che sbarcano sulle coste, semplicemente per fomentare il business creato sulla pelle di poveri disgraziati. Si può fare tanto male facendo il bene.

Fare il bene’, non vuol dire ancora nulla di per sé, anzi è semplice ideologia. Non esiste il bene come idea, ed è devastante quando lo si vuol credere ed affermare. Esiste solo il bene fatto dal singolo ad un altro singolo, concretamente, perché questi possa vivere in pienezza. Assolutizzare l’idea del bene, porterà sempre a distruggere l’uomo concreto purché quell’idea venga affermata. Tutti i sistemi dittatoriali hanno perseguito proprio questa ideologia diabolica. Per cui Cristo sarà sempre l’argine e la norma perché il bene sia sempre fatto per la vita, per la crescita, per la verità dell’uomo.

Qui il Vangelo vuole metterci in guardia proprio da questo pericolo: si può fare ‘il bene’ senza tener conto del bene dell’altro! Questo è il vero scandalo (v. 42). Non tutto il bene fa bene insomma.

Quanta sofferenza si può perpetrare dietro alla frase: ma io l’ho fatto per il tuo bene… O peggio ancora: te l’ho detto per il tuo bene. A volte il vero bene sta nell’astenersi dall’agire per una determinata persona, ‘non fare’. E ci sono verità che non vanno dette, perché il dirlo non fa il bene dell’altro, perché l’altro non è ancora pronto per reggere quella verità, perché le conseguenze sarebbero più pesanti da sopportare che il bene apportato da quella verità. Non tutto va detto, ma solo quello che permette all’altro di vivere in pienezza.

 

Mi spaventa sempre più una Chiesa che fa cadere come un macigno la “verità” sulla testa delle persone, senza domandarsi se sono in grado di portarla, ma solo perché convinti che sia ‘per il loro bene’. Gesù ebbe a dire: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito» (Lc 11, 46).

Una Chiesa che usa la verità come strumento per ergersi a controllore della coscienza altrui è sempre molto pericolosa, in quanto è stata istituita per servire gli uomini aiutandoli a venire alla luce di se stessi. Insomma a servizio della loro felicità