OMELIA 29a Domenica Tempo Ordinario. Anno B

«Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. 36Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. 37Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. 38Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”. 39Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”.41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. (Mc 10, 35-45)

 

«Cosa volete che io faccia per voi?» (v. 36), chiede Gesù ai suoi discepoli.

Vogliamo la gloria, rispondono loro. Vogliamo sedere a destra e sinistra del tuo trono quando instaurerai il tuo regno (v. 37).

Nutriamo ‘sogni di gloria’ noi esseri umani, assetati come siamo di potere, di averi e di successo.

Il vangelo narra in cosa consiste la vera gloria invece, quella che si contrappone alla vana-gloria: dare la vita per il bene dell’altro. Gesù infatti rivelerà la sua gloria proprio sulla croce, conseguenza ultima dell’amore di Dio per l’umanità. Un patibolo infame sarà il suo trono regale e i due scanni così agognati dai due discepoli, verranno occupati dai due delinquenti crocifissi con lui.

 

«Cosa volete che io faccia per voi?». Bellissimo! Il desiderio di Gesù, il sogno di Dio, è poter fare qualcosa per noi. Peccato che non sappiamo cosa chiediamo (v. 38).

Dio vorrebbe darci la vita, farci capaci di servire la vita; noi gli chiediamo la capacità di distruggercela, rovinando la nostra e quella degli altri.

 

Abbiamo tutti bisogno di conversione, ovvero che ci accada un cambiamento di mentalità; comprendere finalmente ciò che sarebbe in grado di renderci veramente grandi, per non cadere nella trappola di pensare che la gloria consista nel comandare, tiranneggiare, avere gli altri sotto di sé; che la realizzazione sia un distinguersi, essere fuori dal gregge ponendosi sopra gli altri, imitando così il mondo.

«Tra voi però non è così» (v. 43), dice Gesù; tra voi deve vigere un altro stile di vita. Appartenete ad un altro regno, dove a capo non troneggia un despota assoluto, ma un Padre che ama tutti i suoi figli. Un mondo dove chi è più grande si fa servo.

Capovolgimento da vertigine: più servi più sei grande. Più sei grande più ti metti a servizio.  

Nell’originale greco viene usato il termine schiavo, non servo: il servo è quello che “lavora” per l’altro; lo schiavo “appartiene” all’altro. L’amore è appartenenza al cuore dell’altro, non vita da mestierante.

Dare la vita significa sia morire che dare alla luce, far nascere. E l’amore consiste proprio in questo: essere disposti a morire perché l’altro possa cominciare a vivere.