OMELIA VI domenica del Tempo Ordinario. Anno C

Lc 6,17.20-26

Ogni grande tradizione spirituale porta in sé una sorta di ‘manifesto programmatico’ che racchiude in nuce l’essenza del proprio messaggio.
L’ebraismo attraverso il Decalogo dice ‘osserva e sarai salvo’. Nel discorso di Benares il Buddha dice: ‘fuggi dal mondo dell’impermanenza e sarai salvo’. Nel discorso delle Beatitudini Gesù dice ai suoi: ‘trasformati e sarai salvo’. Ossia, lavora sull’essere, trasforma il tuo modo di pensare – vero significato di ‘conversione’-, non allinearti alla mentalità comune: non credere che l’avere, il potere e il successo ti compiano come essere umano, ma diventa umano; fai della tua vita una questione di ‘qualità’ e non di ‘quantità’.
Piangi con chi piange, perché solo gli occhi che hanno pianto potranno vedere Dio in ogni creatura. Condividi il pane con gli affamati della storia, e saprai che solo facendosi pane per la fame degli altri si potrà estinguere la propria.
E sii povero, ossia spogliati del tuo falso sé, dei tuoi pregiudizi, pre-comprensioni, attese, desideri egoici. Liberati dal giudizio degli altri, dal bisogno di avere sempre ragione, dal volere rimanere a galla affondando gli altri per vincere ad ogni costo, non fosse altro perché ‘i vincitori non sanno ciò che si perdono’ (Gesualdo Bufalino).
Guarda il tuo mondo interiore, e dai un nome alle tue ombre, ai tuoi mostri e sappi che tutto ha origine dalla medesima fonte che ti abita. Alla fine guardare significa essere d’accordo con ciò che vedi, e la verità non ha nulla a che fare con i fatti, ma solo con la luce.
Vincerai così la paura, perché ‘quando non si ha più nulla, non si ha più paura’ (Patriarca Atenagora).