OMELIA I domenica di Quaresima. Anno B

Mc 1, 12-15

«E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano .14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Il deserto è necessario. Occorre a ciascuno fare esperienza di quello spazio d’ombra in cui, maledettamente soli, si è chiamati a decidere da che parte stare. Un tempo in cui tutto si riduce all’essenziale, dove non è più dato fuggire, si è messi con le spalle al muro e, rimanendo piantati lì, affondare le radici a terra per cominciare finalmente a crescere.

Quando vi ritrovate con le spalle al muro, rimanete immobili e mettete radici come gli alberi, affinché da una fonte più profonda non arriva la chiarezza che vi permette di vedere oltre quel muro” (Carl Gustav Jung).

Il deserto è l’altro nome della crisi. Questo termine ha un etimo interessante: passare al vaglio perché alla fine rimanga solo ciò che conta.

«Nella vita ho raggiunto la certezza che le catastrofi servono a evitarci il peggio. E il peggio è proprio aver trascorso la vita senza naufragi, è essere sempre rimasti alla superficie delle cose. Non essere mai stato scaraventato in un’altra dimensione. L’autunno, spogliando i rami, lascia vedere il cielo».(Christiane Singer)

Solo perché impariamo a stare con le nostre ‘bestie selvatiche’, quelle interiori, possiamo sperimentare angeli che ci servono. Solo dando un nome, abbracciando, addomesticando – senza il bisogno di uccidere – i nostri mostri interiori, possiamo fare esperienza di cielo.

«Se i miei demoni mi lasciano, temo che anche i miei angeli se ne andranno» (Rainer Maria Rilke).

Dentro un uragano esiste un punto di pace, di quiete, in cui niente si muove. Bisogna non fuggire, avere il coraggio di restare lì, resistere e trovare quel punto. Perché se lo si trova la vita si rovescia, e quella situazione nella quale sentivamo di perderci, in realtà ci permetterà di ritrovarci, ma in un luogo diverso, con un punto di vista nuovo.

Il deserto, la crisi, una vita interiore adulta, non contribuirà a cambiare il mondo in cui ci si trova, ma trasformerà noi, i nostri occhi e il nostro cuore per vedere e percepire quel mondo in maniera diversa. Abitabile e possibile.

9 thoughts on “OMELIA I domenica di Quaresima. Anno B

  1. Il deserto fa paura.ma la paura non sparisce se non si entra nel deserto e nel deserto sbocciano pochi fiori ma quei pochi sono stupendi.
    Grazie per la trattazione interessante dell’argomento

    1. Tutto questo è una sorpresa grande per me e lo stupore è come un dono ma ora con chi parlo a chi rivolgo il mio pensiero che vuole adorare Lui vuole ringraziare o piangere o chiedere pietà? Da quando ero piccolissima pensavo al Padre con amore e ora mi manca tutto questo. Che fare? Era tutto troppo semplice ..ma dolce. DBZ

  2. Il deserto è silenzio, è silenzio dentro se stessi, è il silenzio che parla senza parole, senza argomenti, senza ansia…
    Come granelli di sabbia trasportati dal vento di bora così il silenzio modifica le nostre dune costruite sul nulla per certezze da colmare.
    Grazie don Paolo…

  3. Riflessioni che danno forza e energia vitale……Abitare e fare esperienza delle nostre zone d’ombra è molto difficile, ma credo rappresentino per ognuno di noi un passaggio fondamentale per fare crescere una fede e una vita interiore adulta.

  4. DESERTO, crisi, tentazione come opportunità di crescita.
    Grazie Don Paolo, Tu sei un angelo che illumina il nostro non facile cammino.
    Con le Tue riflessioni ci aiuti a guardare oltre.
    Accogliere , ringraziare per ogni momento della nostra vita.
    Attraverso la testimonianza di ETTY HILLESUM, ci hai fatto cogliere che
    L’Impossibile può diventare Possibile.
    Un Caro Saluto a tutti.
    Silvana e Romualdo

  5. il deserto accompagna spesso la nostra vita: saperlo riconoscere e coglierlo rappresenta per ognuno di noi una grande occasione di crescita. Grazie per la bella riflessione. Salvatore

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