Ciò che inferno non è…

Dopo i tragici fatti di Parigi, dinanzi alla tentazione di gettare nel fuoco infernale del male altro male come combustibile, le parole di un romanzo di Italo Calvino risuonano come balsamo e luce:

«Ci sono due modi per salvarsi dall’inferno, uno è facile e riesce a molti: adeguarsi all’inferno fino a diventare inferno e non vederlo più; l’altro è più difficile: cercare in mezzo all’inferno ciò che inferno non è e farlo durare, e dargli spazio» (Italo Calvino, Le città invisibili).

Nel mondo islamico non è “tutto inferno e male”. Questo è il tempo propizio e irrinunciabile di cercarvi luce e bellezza. E poi farli durare e dar loro spazio. Sarà l’unico modo per vincere il male, se è vero che le tenebre si dissolvono solo con la chiarità della luce.

«Ho cercato un’anima: era in un mare di corallo

Nascosta sotto la schiuma di un oceano segreto.

Durante la notte del mio cuore, per uno stretto sentiero, 

io ho camminato e camminato, e sono giunto in un deserto.

L’oceano non può dissetarmi, 

come potrebbe farlo un ruscello?

Senza la rosa, cos’è il profumo?

Se l’Amato se ne va, altro non mi resta che la paziente attesa.

Fino a quando continuerai a guardarci da lontano?

Noi affermiamo di avere un rimedio per tutto,

in realtà in noi l’amore è tanto fragile!

L’anima? È un bimbo nella nostra culla.

Il cuore? Un esiliato che vaga. 

Il ramo di fiori un giorno porterà frutti.

Il falco un giorno desidererà cacciare.»

Maulānā Gialāl al-Dīn Rūmī. Una voce dall’Islam

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